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Antichi canti popolari della "Passione di Criste" eseguiti dalla corale "Pulsar"

corale Pulsar

 

Nella Settimana Santa a contrada Arci e a Collemaggio di Penne si cantava:

Io vorrei che scesse la lune

 

Io vorrei che scesse la lune (3)

Per vederci a camminà

Se la lune ca ne vò scire (3)

Sola sola vorrei partì

Ca l'isgondre San Pietre davanti (3)

Che hai Marì che piangi tu

Io ca piangio di vero cuore (2)

L'aggio perduto il mio caro figliole

Son trentatre giorni che non lo ritrove.

E se tu lo vorrai trovà (2)

Va alla case di Pilate

Loca li trove lu sfraggillate.

Poi si sente bussare alle porte (3)

Per favore fatele andar.

Mamma, mamma nin di pozza aprì (3)

Li farisei ti stanne a sendì

Li farisei ca li sindò (3)

Cete e fele ji priparò

 
 

 

 

   

LA PASSIONE DI CRISTE

(Canto popolare della campagna pennese)
Il motivo e le parole sono state ascoltate da Franca Mulciri dai contadini della contrada Colasante

 

E' la sere di lu giuvid' sant,
lu cile si copre e li crucie s'ammand.

E' s'ammand chi duvizione
mi jieme cantenne la passione.

Vidi Giovanni e quand'amor mi porti
e dimmi se mio figlio è vivo o mort.

Vivo o morto lo ritroveremo
la strada del calvario noi lo rifaremo.

E lo ritroveremo nelle parti oscure
dove non ci fere né sole né lune.

E le ritroveremo nelle parti dolorose
dove Gesù fu spogliato e messo in croce.

Dove passa la cavalleria
chiode e martelle che sé preparate.

Sé preparate chi lu nome di Dì,
fijie di la Vergine Marie.

E li fece nù passe d'avante
e di n'cuntrare nù mastre sante.

Tu mastre dimmi la verità
sa Santa Croce pi chi li fajie.

E li faccie pi lu vere Dijie
fijie di la Vergine Marie.

 
 

 

 

   

I simboli della Passione del Prof. Giuseppe Pancione


IL PIANTO DELLA MADONNA

Canto popolare pennese dal testo della Dott.ssa Elvira Nobilio

Il motivo è stato ascoltato da Franca Mulciri dalla viva voce di Armando Tabilio

 

La morte di Ggesù

La morte di Ggesù, Maria s'affanna. Maria s'affanna...

Ggesù che fu lehat'e

Ggesù che fu lehat'e, alla colonna. Alla colonna...

Il piando che ffaceva.

Il piando che ffaceva la Madonna. La madonna...

Corri, Giovanni, Corri.

Corri Giovanni a consolar Maria. Consol Maria...

Giovanni, Giovanni

Quando amor, mi porti tu mi porti. Tu mi porti...

Aji visto il mio figliolo.

Aji visto il mio figliolo

Vivo o morto, o vivo o morto...

O vivo o morto noi lo troveremo.

O vivo o morto noi lo troveremo.

La strada l'abbiamo fatto

La strada l'abbiamo fatto, lo rifaremo...

Lo rifaremo a ppiedi.

Lo rifaremo a ppiedi a quella croce.

Finghè la croce è vviva.

Finghè la croce è vviva, lo troveremo, lo troveremo.

Lassù per il calvario è state portate.

 
 

 

 

   

LE ORE DELLA PASSIONE

Dal testo "Tradizione dei contadini abruzzesi nel territorio di Penne" La musica è stata trascritta dal Maestro Piovano, dall'ascolto dell'aria cantata dal coro Pulsar. Il canto, frutto di una ricerca personale della Sig.ra Franca Mulciri, è patrimonio della tradizione contadina pennese ed è stata dalla stessa ascoltato dalla viva voce di Gabriella Florindi; il testo letterale, invece, è della Dott.ssa Elvira Nobilio.

 

E' preparato un'ora

d'aver la prima cena

con de, faccia serena,

Ggesù così parlò.

Ggesù che ffu lehato,

Ggesù che ffu tradito,

sia ringraziato,

disposto io sarò.

Alle ddue il Redentore

Giuda in biedi lo trovò

Né ddisse de ll'orrore:

Io vi perdonerò -

Alle tre del sacramento,

vestito di ver dolor

Ggesù col sando cuor

il suo corpo dispenzò.

Alle quattr'or è mmorto

Con una gran passion;

Ggesù perse le forze,

Giuda allora si turbò

Alle cingue ore ne ll'orto

Ggesù lo bben doccò;

Alle sei al Padre eterno,

al Re dei cieli andò.

Alle sette or disanima

La truppa lo menò:

Ti salverò, Maestro -

e un bacio gli donò.

E uno e ddue, modèsto,

un bacio gli donò;

Alle otto una langiata

il cuor gli trapassò.

Lle nove schiaffeggiate,

Giuda allora si turbò;

Alle dieci carcerato

la truppa lo portò.

E quando fu accusato,

suonate le undici or,

Alle dodici Pilato

a Ggesù si presentò.

Lle trédici or di bbiango

Vestito da salvator,

bbattuto con una canna

per dargli più dolor.

Legato il Crocifisso

Fu alle quattordici ore;

Pilato era afflitto,

non ritraeva l'onor.

Legato in una colonna

fu alle quindici or,

bbattuto e flagellato

Ggesù con gran dolor.

La corona, era di spine,

gli misero alle sedici ore;

il tèmbo se ne venne

del sangue suo versò.

Alle diciassette ore

Carta e ppenna s'à preparato;

a lleggere la sendènza

del Padre eterno andò.

I chiodi e i martèlli

Per Ggesù si preparò

e ffu crocifissato,

alle diciotto andò.

Alle ore diciannove

Testamento si firmò;

Ggesù, pieno d'amore,

San Giovanni chiamò.

Adesso me ne parto,

vado a ttrovar mio Padre

la mia dolènte madre

mi si abbraccerà -

Alle vend'or da bbere

cercò il Redendor

con un bò d'aceto e ffele

a cquesto peccator.

A ppundo alle vendun'ore

il suo capo inclinò;

con anima sanda e ppura

dal Padre eterno andò.

Alle ventidue ore la langia trapassò

con ferro e furore

il petto gl'imbiagò.

Alle ventitré ore

dalla croce fu llevato,

la sua dolènde madre

ne lle bbraccia lo mettò.

Alle ventiquattr'ore

Ggesù in zepolcro andò,

con feste, suoni e ccandi

in gloria se ne andò.

Alle vendicingu'ore,

che ssia ringraziato,

Ggesù è risuscitato

E in Paradiso sta.

 
 

 

 

 
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